L'università italiana è spesso al centro di polemiche che ne denunciano il clima pesante e spesso opprimente, che molti definirebbero quasi "feudale". Questo termine, sebbene possa sembrare anacronistico, esprime efficacemente la percezione diffusa di un sistema accademico ingessato e influenzato da dinamiche di potere interne che incidono negativamente sull'esperienza studentesca e sulla meritocrazia.
Un caso eclatante che ha messo in luce queste problematiche è stato lo scandalo degli esami truccati all'Università di Palermo. Questa vicenda ha scosso profondamente l'opinione pubblica, evidenziando il problema delle irregolarità accademiche e gettando ombre sul sistema didattico di una delle più prestigiose istituzioni italiane. Gli episodi di presunti favoritismi e irregolarità sono diventati elementi ricorrenti, le cosiddette "perle di un rosario di spine" che minano la fiducia verso le istituzioni universitarie.
L'episodio di Palermo non è un caso isolato. Al contrario, s'inserisce in una serie di scandali che negli anni hanno contribuito a confermare questa percezione di degrado del sistema. È chiaro che l'università italiana necessita di un profondo ripensamento e una riforma strutturale che possa ristabilire un ambiente che premia il merito e l'impegno, piuttosto che le connessioni o le raccomandazioni.